Anche questo articolo nasce nell’ambito della sempre più interessante discussione con il Dott. Pasquale Foglia. Ne approfitto per ringraziarlo dei continui stimoli che mi offre mantenendo sempre vivo questo dialogo. Le sue puntuali e precise osservazioni mi spingono a profonde riflessioni e a un continuo approfondimento dei temi trattati. Mi auguro che tale discussione possa risultare interessante per altri e che possano arricchirla con le loro osservazioni.
In particolare tale articolo è scritto in risposta al commento al mio articolo pubblicato su PiuChePuoi.it:La specializzazione emisferica è sempre presente. Essa è su base genetica. Le aree della parola si localizzano a livello del lobo frontale e del lobo temporale SN poichè è determinato geneticamente. Le aree visive si localizzano a livello della corteccia occipitale. Le aree della prosodia (contenuto emozionale di un discorso) si localizzano a livello dell’emisfero DX probabilmente nelle aree corrispondenti a quelle della parola a SN. E questo vale per tutte le aree cerebrali.
Gli stimoli poi faranno maturare queste aree. Ad esempio gli stimoli visivi porteranno alle creazioni di specifiche connessioni neurali nell’area visiva. Lo stesso vale chiaramente per le funzioni specifiche di ogni emisfero.
Riguardo al meccanismo della vista dicevo che l’emisfero SN fa un’analisi per particolari e il DX globale.
Per comprendere bene questo concetto occorre guardare questa immagine:
(Da: “Gli emisferi cerebrali” di Paolo Cogorno)
Penso che tutti possono vedere che si tratta di un aereo anche se è un disegno incompleto, quasi stilizzato. In realtà abbiamo un insieme di triangoli, quadrati, cerchi. Eppure riusciamo a vedere un aereo. E questo grazie all’emisfero DX che fornisce una visione globale. Esso completa l’immagine partendo dai particolari. E continuo a vedere l’aereo anche se sono triste, allegro, depresso o euforico. La funzione dell’emisfero DX non viene alterata dallo stato emotivo.
In caso di lesione all’emisfero DX non riuscirei a vedere l’aereo ma solo i singoli particolari.
Quindi il risultato finale dell’elaborazione dei due emisferi non viene alterato dallo stato emotivo. Anzi ritengo che più aumenta la complessità di un problema da affrontare maggiore è l’integrazione.
In una situazione estrema, di pericolo ad esempio, penso che tale integrazione sia massima.
Se mi trovo in una condzione di pericolo non posso pensare che l’emisfero SN cerca una via d’uscita e l’emisfero DX pensa di andare al bar a bersi un whisky. In una situazione estrema diventa ancora più necessaria la differenza di elaborazione effettuata dai due emisferi perchè aumenta la possibilità di trovare una soluzione. In condizioni normali lo scambio di informazioni avviene sempre ed in più possiamo anche impegnarci in due compiti contemporanei come dimostrato da un recente lavoro.
Tornando al discorso della specializzazione emisferica ribadisco che sono funzioni stabilizzate. Le principali funzioni sono:
EMISFERO SN
- Controllo motorio e sensitivo della metà destra del corpo
- Sensazioni ed emozioni positive
- Riconoscimento degli oggetti
- Uso degli oggetti
- Comprensione di nomi e parole
- Elaborazione e comprensione dei verbi
- Elaborazione della grammatica
- Calcoli matematici
- Campo visivo dx
- Emiattenzione dx
- Stimoli sonori dall’orecchio dx
- Capacità di identificare i suoni che provengono dall’ambiente e le loro sorgenti (dopo interazione con le informazioni provenienti dall’emisfero dx)
- Riconoscimento di volti noti
- Competenza per compiti razionali, logici, di calcolo, di valutazione analitica
- Esecuzione di compiti appresi
- Controllo motorio e sensitivo della metà destra del corpo
- Sensazioni ed emozioni positive
- Riconoscimento degli oggetti
- Uso degli oggetti
- Comprensione di nomi e parole
- Elaborazione e comprensione dei verbi
- Elaborazione della grammatica
- Calcoli matematici
- Campo visivo dx
- Emiattenzione dx
- Stimoli sonori dall’orecchio dx
- Capacità di identificare i suoni che provengono dall’ambiente e le loro sorgenti (dopo interazione con le informazioni provenienti dall’emisfero dx)
- Riconoscimento di volti noti
- Competenza per compiti razionali, logici, di calcolo, di valutazione analitica
- Esecuzione di compiti appresi
EMISFERO DX
- Controllo motorio e sensitivo della metà sn del corpo
- Sensazioni ed emozioni negative
- Contenuto emotivo di un discorso
- Significato globale di un discorso o di uno scritto
- Tono di voce
- Campo visivo sn
- Stimoli sonori dall’orecchio sn
- Analisi di volti nuovi
- Ascolto della musica
- Informazione spaziale
- Attenzione sn e totale
- Schema corporeo
- Competenza per attività mentali di tipo artistico, musicale, spaziale, affettivo-emotivo, di valutazione globale
- Riconoscimento dell’insieme partendo da un particolare
- Riconoscimento globale di immagini e parole frammentate
- Apprendimento di nuovi compiti
- Controllo motorio e sensitivo della metà sn del corpo
- Sensazioni ed emozioni negative
- Contenuto emotivo di un discorso
- Significato globale di un discorso o di uno scritto
- Tono di voce
- Campo visivo sn
- Stimoli sonori dall’orecchio sn
- Analisi di volti nuovi
- Ascolto della musica
- Informazione spaziale
- Attenzione sn e totale
- Schema corporeo
- Competenza per attività mentali di tipo artistico, musicale, spaziale, affettivo-emotivo, di valutazione globale
- Riconoscimento dell’insieme partendo da un particolare
- Riconoscimento globale di immagini e parole frammentate
- Apprendimento di nuovi compiti
Confermo che l’emisfero SN compie analisi lineari, logiche mentre il Dx ha una visione globale e connessa alla creatività.
Per creatività io intendo la ricerca di nuove soluzioni e non la creazione di quadri o poesie.
Già ho illustrato che è stato effettuato uno studio in cui sono stati osservati alla Risonanza Magnetica funzionale soggetti definiti creativi e non creativi. Si è visto che in presenza di un compito già conosciuto, nei non creativi c’è l’attivazione del lobo frontale SN, mentre nei soggetti creativi c’è l’attivazione dei lobi frontali DX e SN.
Questo significa che l’attivazione del lobo frontale SN è connesso all’utilizzazione di modelli già appresi che si sono rivelati utili. Nei soggetti creativi, in presenza di un compito conosciuto, c’è anche l’attivazione DX poichè questo significa che, pur avendo un modello, il soggetto cerca anche nuove soluzioni. E questa non è un’antitesi. Se trova una nuova soluzione che si rivela utile si origina un nuovo modello che sarà conservato in maniera stabile a SN.
Però credo che capiti un pò a tutti in presenza di compiti ripetuti di cercare anche di svolgerli in maniera più rapida o di trovare un nuovo modo per affrontarli.
Nell’affrontare un nuovo compito sia in un soggetto creativo che non creativo c’è un’iniziale attivazione del lobo frontale DX, poi una diffusione a tutto l’emisfero, quindi un’attivazione sia a DX che a SN e poi solo a SN. Segno della creazione di un nuovo modello, del passaggio delle informazioni da DX a SN e dalla conservazione stabile a SN come si può vedere nelle immagini che ho inserito nell’articolo “Inconscio e specializzazione emisferica“.
Nel caso di un problema se il soggetto non ha un modello a cui fare riferimento cerca nuove soluzioni. Quindi si può impegnare da solo, può chiedere consigli, consultare esperti o seguire un sito come Piuchepuoi. Cerca soluzioni.
Quindi è il lobo frontale DX che sta lavorando. Trovata una soluzione c’è passaggio di informazioni a SN, creazione di un nuovo modello a cui fare riferimento, senso di soddisfazione.
Quindi anche in presenza di problemi o di situazioni estreme rimane la specializzazione emisferica e lo scambio di informazioni. Poichè non è vero che l’emisfero DX è irrazionale e l’emisfero SN è razionale.
E ancora una volta sostengo a viva forza la nuova e splendida teoria di Elkhonon Goldberg: emisfero DX = emisfero delle novità; emisfero SN = emisfero delle routine.
Dici che l’integrazione emisferica riguarda le problematiche psichiche. Credo che occorre fare una distinzione tra problematiche psichiche.
Si può trattare solo di momenti difficili che una persona può attraversare, di problemi importanti, di perdite. Comunque di persone normali in una fase della vita difficile. In una fase del genere, come dicevo, si cercano soluzioni perchè mancano modelli a cui fare riferimento.
Problematiche psichiche più gravi invece riguardano le patologie psichiatriche ed entriamo in un campo diverso. Anche una depressione grave potrebbe necessitare di un supporto farmacologico. In casi ancora più gravi ci troviamo di fronte a problemi che possono essere connessi ad alterazioni funzionali, lesioni organiche o disfunzioni biochimiche.
Ad esempio la serotonina è un neurotrasmettitore che interviene nella regolazione dell’umore, del sonno, della sessualità, dell’appetito. La serotonina è coinvolta in diversi disturbi come l’emicrania, il disturbo bipolare, la depressione e l’ansia.
La serotonina viene sintetizzata a partire dall’aminoacido triptofano contenuto in diversi cibi. I livelli di serotonina aumentano se insieme a questi cibi vengono consumati i carboidrati. Questo è il motivo per cui spesso chi soffre di depressione consuma cioccolato. Esso infatti contiene grandi quantità di triptofano e di zuccheri.
Inoltre sono necessarie alcune vitamine per la trasformazione del triptofano.
Abbiamo quindi che un’alimentazione completamente errata potrebbe causare problematiche connesse all’alterazione della serotonina (disturbi dell’umore, depressione, ecc.).
Quindi abbiamo diverse problematiche in cui l’integrazione emisferica non c’entra. Quindi anche in casi di momenti difficili non si verifica la mancanza dell’integrazione emisferica. La ricerca di soluzioni non implica la perdita dell’integrazione e/o della specializzazione.
Ultimamente avevo illustrato il meccanismo delle interazioni tra i lobi frontali e le strutture sottocorticali coinvolte nei meccanismi emozionali. Avevo precisato che con questo non volevo spostare il discorso della lotta da DX - SN a sopra - sotto.
Però tu hai affermato che in questo caso lo spostamento si verifica.
Allora come sostengo che non esiste la lotta tra i due emisferi, non esistono problematiche di integrazione, non esiste che l’emisfero DX è irrazionale e il SN razionale, affermo senza ombra di dubbio che non esiste la lotta sopra-sotto.
Lo stesso discorso che ho fatto riguardante le varie problematiche vale anche in questo caso.
In presenza di lesioni funzionali o organiche o biochimiche entriamo nel campo delle patologie che certamente non sono di nostra competenza.
Rimangono le problematiche diciamo più “lievi” che possono interessare le persone normali. Anche perchè noi ci rivolgiamo a persone normali. Considerando Piuchepuoi mi sono fatto un’idea delle persone che seguono tale sito. Sono persone di cultura, molto intelligenti ed estremamente sensibili, con grande capacità di analisi e introspezione.
Si tratta di persone che hanno un problema di natura diversa. Economico, affettivo, lavorativo, ecc. Certamente nulla di patologico. Come ti ho illustrato prima nel meccanismo di ricerca delle soluzioni abbiamo attivazione DX per mancanza di modelli a SN. Ricerca di soluzioni che può essere anche incontrare persone che hanno già risolto il problema e/o consultare esperti che possono illustrare il percorso da effettuare o seguire un sito come Piuchepuoi.
Oggi Internet offre tutto ciò. Altro grande prodotto del cervello umano.
In questi casi cosa c’entra la mancanza di integrazione emisferica? Oppure cosa c’entra la lotta sopra - sotto? Quali sono i meccanismi irrazionali che la ragione deve controllare? Un problema economico coinvolge la ragione e le emozioni, un problema affettivo coinvolge emozioni e ragione.
Una persona ha da pagare un mutuo e si rende conto che per diverse cause potrebbe non farcela e quindi potrebbe perdere la casa perchè la banca la venderebbe all’asta. Per poter pagare potrebbe non riuscire a garantire il minimo alla sua famiglia. Quali istinti bestiali deve reprimere?
Cerca solo una soluzione ad un problema determinato da un sistema tale che acquistando una casa ne guadagnano tutti tranne forse chi acquista. Dopo 20 anni la quantità di interessi pagati è quasi pari al valore iniziale della casa. Quindi se analizziamo ne guadagna chi ha venduto la casa, il notaio che ha redatto l’atto, lo stato che si prende le tasse e la banca. Io non critico l’investimento immobiliare. E’ il sogno di tutti. E’ chiaro che iniziando a 30 anni all’età di 50 anni la casa è propria. Però è costata quasi il doppio e grandi sacrifici. Se non si è preparati ci si può ritrovare a pagare molto di più di quanto programmato all’inizio. Quindi il sistema che dovrebbe garantire la razionalità molto spesso è causa di problemi e difficoltà.
Perciò sostengo sempre che bisogna dubitare costantemente. Informarsi sempre. Conoscere. Studiare. Apprendere tutto ciò che è nuovo stimola il cervello, allarga le prospettive, crea nuovi circuiti neurali, aiuta a difendersi.
Tutto questo per dire che non vedo in ciò che possono essere comuni problematiche la lotta sopra - sotto, istinti -ragione, ecc. Inoltre non tutti gli istinti hanno un’accezione negativa. Vi sono istinti considerati positivi come l’istinto di conservazione, di riproduzione, l’istinto materno, ecc. Anche se secondo me occorrerebbe una definizione migliore di istinto. Ad esempio dove sono localizzati nel cervello umano?
Accettando il discorso degli istinti, le persone non hanno il problema del controllo su di essi. Non è un problema di istinti che prendono il sopravvento. Proprio perchè sono persone intelligenti e di alta integrità morale cercano soluzioni che possono migliorare se stessi senza danneggiare gli altri. Ma anche nelle persone che tu dici che occupano le carceri. Secondo me è proprio la razionalità deviata.
Quando dico che l’attivazione delle strutture sottocorticali può essere tale da impedire ai lobi frontali di elaborare una strategia mi riferisco ad un’emozione forte come una paura intensa o una grande gioia. Camminare e trovare un serpente, un leone che sta per attaccare, una persona che punta una pistola. Può anche riguardare una persona già oberata di debiti a cui giunge l’ennesimo avviso di pagamento. Può entrare in uno stato di confusione e pensare “Come faccio”. Si sente perduto, disperato. Quindi niente a che vedere con il discorso di ammazzare qualcuno.
Per spiegare la validità della lotta questa volta tra strutture corticali e sottocorticali citi sempre il discorso del raptus o del gran numero di detenuti.
Partiamo da un presupposto. Le strutture sottocorticali che entrano a far parte del sistema emozionale non funzionano in maniera autonoma. Tali strutture reagiscono a stimoli. In assenza di stimoli non si attivano. Quindi non sono pentole che bollono pronte a scoppiare.
Gli stimoli arrivano tramite le vie sensoriali a queste strutture e in particolare all’amigdala che valuta il contenuto. Se ritiene che è un pericolo si attiva e prepara il corpo a reagire. Ora gli stessi stimoli arrivano ai lobi frontali che compiono una valutazione cognitiva dello stimolo. Se è realmente pericoloso elaborano una strategia. Intanto il corpo è pronto poichè è stato preparato dall’amigdala e quindi si può attaccare o fuggire. Se invece non c’è pericolo i lobi frontali disattivano l’amigadala. Tutte le reazioni emotive sono reazioni in risposte a stimoli e sono immediate e di breve durata.
Se il pericolo persiste, ad esempio qualcuno ci insegue con un coltello, saranno i lobi frontali a farci continuare a correre e la percezione continua del pericolo manterrà sempre attiva l’amigdala che continuerà a stimolare l’ipotalamo e il sistema simpatico a mantenere elevati livelli di ormoni come l’adrenalina e il cortisolo.
In questo momento che sono concentrato a scrivere c’è la massima attivazione dei lobi frontali. Quindi non percepisco i rumori intorno a me e neanche la sedia su cui sono seduto. Gli stimoli sensoriali continuano ad arrivare ma vengono esaminati solo dalle strutture sottocorticali, in particolare talamo e amigdala. Se questi stimoli non hanno alcun valore io continuo a scrivere tranquillamente poichè la corteccia non viene informata. Se succedesse qualcosa, un rumore molto forte ad esempio, l’amigdala si attiverebbe e quindi smetterei di scrivere chiedendomi che succede. E’ da considerare che l’attivazione dell’amigdala avverrebbe qualche istante prima che io ho percezione cosciente del rumore. Quello stimolo potrebbe essere un pericolo. Quindi vengono informati i lobi frontali che dovranno, se necessario, creare una strategia.
Uno stimolo può essere anche un pensiero. Se vedo un serpente provo paura. Ma posso provare paura anche se penso intensamente ad un serpente. Questo perchè tale immagine è associata a qualcosa di pericoloso e quindi l’amigdala si attiva.
Come ho già detto l’amigdala ha una memoria emotiva implicita. L’amigdala è coinvolta anche in altre reazioni emotive. Quindi per quanto riguarda il sistema emozionale in generale uno stimolo può creare un’emozione che è una reazione immediata e di breve durata. L’emozione può essere paura, rabbia, gioia, ecc. a seconda dello stimolo.
Questo per dire che se non c’è stimolo non c’è attivazione di queste aree. Anche nel caso di un raptus c’è uno stimolo. Uno stimolo che attiva tali aree e anche i lobi frontali. L’attivazione deve essere tale da impedire ai lobi frontali di pianificare una risposta corretta. Invece si può determinare una reazione improvvisa e grave. Quindi ancora una volta l’importanza dello stimolo. Però credo che rappresenti un caso estremo. Quanti casi di raptus ci sono. Penso inoltre che comunque si tratti sempre di soggetti con problemi. Una patologia latente, soggetti probabilmente già sociopatici.
Non penso che un soggetto normale, anche in preda alla più grande rabbia, possa arrivare a commettere un delitto.
Quanti invece sono i delitti sapientemente pianificati. E tale pianificazione può avvenire da tempo. In genere si commette un delitto per un vantaggio. Eliminare un avversario scomodo, una persona che può essere d’intralcio, uno che ha sbagliato. Delitti per eredità o tanti altri motivi. In genere delitti pianificati e la pianificazione è legata all’attività dei lobi frontali.
Con questo voglio dire che la spiegazione dei comportamenti criminali con il solito problema del controllo degli istinti è molto semplicistica e non rispecchia ancora una volta una realtà che è molto più complessa.
Entriamo in un campo che riguarda la psicopatologia e la criminologia. Da anni si studiano i comportamenti criminali. Dai primi studi di Cesare Lombroso che cercava di definire le caratteristiche comuni dei criminali. Sono stati compiuti studi su soggetti sociopatici in cui si è vista un’alterazione del metabolismo nelle connessioni cortico-sottocorticali.
Quindi un problema patologico. Ma non c’è una conclusione definitiva. Comunque non si prescinde certamente dallo studio delle influenze ambiantali che possono forgiare una personalità criminale. Quindi le problematiche sono molto complesse.
Una reazione istintiva viene considerata come qualcosa di immediato e non pianificato. Sarebbe un comportamento non appreso ma già presente.
Quindi la pianificazione di un delitto non è una reazione istintiva ma qualcosa, sembra paradossale, di razionale. Cioè il problema del controllo degli istinti non c’entra.
Analizziamo dapprima un discorso neurofisiologico.
Fu scoperto che dopo decorticazione cerebrale gli animali (cani o gatti) diventano estremamente aggressivi. I comportamenti aggressivi erano spontanei o evocati da stimoli lievi o neutri. La falsa rabbia si osservava se l’ipotalamo anteriore veniva distrutto assieme alla corteccia, ma non se la lesione si estendeva sino ad includere la parte posteriore dell’ipotalamo. Quindi si è dedotto che l’ipotalamo posteriore possa essere importante per l’espressione della rabbia o aggressività e che, normalmente, esso viene inibito dalla corteccia. Cioè la corteccia cerebrale invia segnali che impediscono all’ipotalamo di attivarsi in presenza di stimoli neutri o lievi oppure spontanemente.
Quindi se vogliamo parlare di controllo degli istinti possiamo dire che già ci ha pensato la natura. Quindi già la corteccia attua un meccanismo modulatorio su queste strutture senza intervento cosciente. Per cui in un soggetto normale non può verificarsi un accesso incontrollabile senza uno stimolo o spontaneamente. Questo potrebbe succedere nel caso di un danno alle strutture corticali o alle vie che raggiungono le zone sottocorticali.
Le reazioni emotive non si verificano senza motivo. Un soggetto non piange o ride senza motivo. Questo si può verificare nei casi di grave ritardo mentale o di danno ai lobi frontali. Se una persona si arrabbia all’improvviso senza motivo il primo pensiero che verrebbe alle persone che gli stanno intorno sarebbe “Ma è pazzo?”. Non credo che verrebbe da pensare “Ma questo non controlla i suoi istinti”.
E’ molto più logico pensare che chi ha un comportamento immotivato sia uno psicopatico.
Ribadisco quindi il ruolo dello stimolo e soprattutto il valore che si attribuisce allo stimolo. E questo è legato al vissuto del soggetto, ai suoi valori, agli insegnamenti ricevuti, alle esperienze. In poche parole alla valutazione cognitiva.
Se ho paura dei serpenti è perchè mi è stato insegnato che sono pericolosi. Come ho detto l’amigdala ha una memoria emotiva e quindi memorizza il contenuto emotivo. Al ripresentarsi dello stimolo si attiva.
Quindi le reazioni emotive sono connesse alle valutazioni fatte in precedenza. Vincere una lotteria non è uno stimolo innato o istintivo. Possiamo definirlo culturale. Quindi la vincita di una lotteria crea gioia per il valore che abbiamo attribuito.
Di conseguenza abbiamo che in presenza di uno stesso stimolo la reazione di ogni individuo sarà diversa. Certamente possono esistere stimoli che determinano una reazione emotiva uguale. Ad esempio uno stimolo sessuale.
Il discorso vale anche per un’idea, per un pensiero, per un concetto. Faccio l’esempio di un amico. Tale amico mi diceva di avere sul conto solo 1500 euro. Ma non si preoccupava poichè era tranquillo per il fatto che ogni volta che arrivava lo stipendio poteva pagare il mutuo ed anche avere qualcosa per qualche week-end da tracorrere fuori.
Vediamo quindi che tale pensiero non costituiva certo un problema. Per qualche altro potrebbe rappresentare un problema anche avere 15000 euro poichè sarebbe più tranquillo se ne avesse 50000. Questo sempre per ribadire che qualsiasi evento, situazione, stimolo crea uno stato emotivo o uno stato d’animo persistente in base al valore che abbiamo attribuito.
Il discorso culturale vale anche per la risoluzione di problemi o nell’ottenimento di qualcosa.
Una persona cresciuta in un ambiente sano, circondato da affetto e da amore per risolvere un prblema o ottenere qualcosa non pensarà mai di ricorrere a risoluzioni estreme. Non gli passerà mai minimamente per la testa l’idea di rapinare una banca o di commettere chissà quale delitto.
Consideriamo invece una persona cresciuta in un ambiente contrario, privo di amore, maltrattato, violento o addirittura in cui gli viene insegnato da piccolo ad usare la pistola e che con essa può avere ciò che vuole.
In presenza di un problema penserà tranquillamente di utilizzarla. Necessità di soldi? Progetta una rapina. Qualcuno gli dà fastidio o lo intralcia? Si ammazza. Queste non sono reazioni istintive ma pianificazioni razionali. E’ perfettamente razionale per questo soggetto ottenere ciò che vuole nel modo descritto.
Una bella donna genera certamente un desiderio sessuale. Un uomo normale che farà? Cercherà di conoscerla, di conquistarla. Un soggetto criminale potrà decidere di “prenderla”. La segue e al momento opportuno la violenta.
In entrambi i casi abbiamo lo stesso stimolo che crea il desiderio. In entrambi i casi abbiamo una valutazione cognitiva ed una pianificazione. Certamente però una conclusione drammatica nel secondo caso.
Quindi non si tratta di reprimere il cosiddetto istinto. Perchè una persona normale deve reprimere questo desiderio? Sarà per lui naturale cercare di soddisfare il desiderio tentando di conoscerla. Per il criminale potrà essere normale, purtroppo, violentarla.
Quindi non è un problema di reprimere gli istinti e far prevalere la razionalità. Ma cos’è la razionalità? Per una persona normale è razionale conoscere quella donna, per il criminale è razionale violentarla.
Certamente mi dirai che razionali sono i valori della nostra società, cultura, religione. Ma la trasmissione di tali valori è legata all’ambiente in cui il soggetto è vissuto. In un ambiente sano tali valori vengono trasmessi e recepiti in maniera totale da guidare la persona nelle sue azioni. In un ambiente patologico o criminale tali valori non vengono trasmessi e diventano invece razionali altri aspetti che valori non sono.
>Come dicevo tutto ciò però riguarda campi patologici che sono oggetto di studi differenti. Patologici non solo nel senso di lesione ma in senso più ampio comprendente quindi l’ambiente, gli insegnamenti, ecc. Infatti possono essere esaminati non solo dal punto di vista pschiatrico, della criminologia, ma anche sociologico. Nel senso che il comportamento umano è molto complesso e non si può ridurre solo ad un discorso di repressione degli istinti.
Tornando alle persone normali delle quali ci occupiamo, nei problemi che possono presentare dov’è il discorso del controllo degli istinti? Io non mi sveglio ogni mattina con le spinte distruttive o omicide e le devo controllare. Una persona normale, cresciuta in un ambiente normale non penserà mai di risolvere una questione in maniera cruenta.
Inoltre è sempre da considerare che ciò che possiamo definire istinto ed emozioni non insorgono automaticamente ma sempre in risposta a stimoli. Le strutture sottocorticali non funzionano in maniera autonoma. Una reazione emozionale si verifica sempre in risposta ad uno stimolo. Un’informazione arriva prima all’amigdala che la valuta attivandosi o meno. Successivamente arriva ai lobi frontali che decidono la risposta in base all’eventuale reazione.
Ribadisco che una reazione emozionale in risposta ad uno stimolo dipende dal valore che abbiamo dato a quello stimolo. Anche la risposta comportamentale è legata alla cultura, all’educazione, agli insegnamenti, ai valori, ecc. In risposta ad un’emozione il soggetto metterà in atto una strategia. Questa sarà legata al sistema di valori del soggetto stesso.
Quindi ciò che ritengo è che non occorre lavorare sul controllo degli istinti, dell’irrazionale e del razionale anche perchè non capisco quale sarebbe il metodo. Se una reazione emozionale avviene prima della valutazione cognitiva come faccio a controllare qualcosa che ancora deve succedere? Quindi occorre lavorare proprio sulla valutazione cognitiva. Se si modifica lo schema di pensiero riguardo una determinata situazione, in presenza della stessa situazione la reazione emotiva sarà mitigata o assente. Ma anche lo stato d’animo conseguente ad un sentimento.
Occorre infatti anche distinguere tra ciò che è una reazione emozionale, immediata e rapida, da un sentimento che è dovuto ad un pensare continuamente ad un oggetto, una situazione.
Il classico esempio è il seguente: vedere una bella donna crea un’emozione, pensare continuamente a quella donna crea un sentimento.
Il pensare di non avere abbastanza soldi è un sentimento non è un’emozione. Sentimento nel senso che si associa uno stato d’animo in questo caso negativo. Il concetto soldi è relativo al soggetto e non oggettivo. Quindi non c’entrano gli istinti. Ciò che per me può significare non avere soldi abbastanza, per un altro può significare avere soldi abbastanza o tanti soldi.
Quindi ancora il concetto di lotta non mi convince. Come dicevo le strutture sottocorticali non funzionano in assenza di stimoli. Le persone non hanno il problema di controllare gli istinti. Hanno solo problemi. Se avessero già la soluzione il problema non esisterebbe. Non avendo modelli su cui fare affidamento cercano appunto soluzioni. Lavorando sulla valutazione cognitiva è possibile che, guardando in maniera diversa una situazione, essa non rappresenta più un problema. In caso contrario si studiano le possibilità di risoluzione. Vi sono inoltre molti esempi di persone che hanno risolto un problema di inadeguatezza, di stato d’animo costantemente negativo, di pensieri continuamente autodistruttivi utilizzando la meditazione. Ho illustrato gli effetti fisiologici e benefici della meditazione nell’articolo “Motivazione e cambiamento: consapevolezza, meditazione, visualizzazione”.
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